5.4.23

Island Identities in the Baltic and Mediterranean Seas

Deborah Paci: Between the Seas. Island Identities in the Baltic and Mediterranean Seas, London, Bloomsbury Academic, 2023, ISBN 9781838606190, 256 pp.

In Between the Seas, Deborah Paci takes a comparative view of islandness in island identities through case studies of islands in the Baltic and Mediterranean Seas. These case studies primarily include, in the Baltic case, the Åland Islands, Gotland, Saaremaa, Hiiumaa and Ruhnu; and in the Mediterranean case, Sicily, Malta, Sardinia and Corsica. Examining multiple sites of these islands' identities such as history, environmental concerns and governance systems, this book provides a historical perspective into the relations between islands and the larger geopolitical regions around them, as well as historicizing 'insularist' rhetoric deployed by pro-independence groups within them. Paci examines the changing role and increasing political importance of islands in the European Union against the history of island insularity and offers a significant contribution to the wider field of island studies.

Research conducted in the framework of the project Spaces of Expectation by Södertörn University Stockholm and Ca’ Foscari University of Venice, financed by Östersjöstiftelsen in 2014–2018.

27.11.18

Abolitionism and the Persistence of Slavery

Giulia Bonazza: Abolitionism and the Persistence of Slavery in Italian States, 1750–1850, London, Palgrave Macmillan, 2019, ISBN 9783030013486, 227 pp.

This volume offers a pioneering study of slavery in the Italian states. Documenting previously unstudied cases of slavery in six Italian cities—Naples, Caserta, Rome, Palermo, Livorno and Genoa—Giulia Bonazza investigates why slavery survived into the middle of the nineteenth century, even as the abolitionist debate raged internationally and most states had abolished it. She contextualizes these cases of residual slavery from 1750–1850, focusing on two juridical and political watersheds: after the Napoleonic period, when the Italian states (with the exception of the Papal States) adopted constitutions outlawing slavery; and after the Congress of Vienna, when diplomatic relations between the Italian states, France and Great Britain intensified and slavery was condemned in terms that covered only the Atlantic slave trade. By excavating the lives of men and women who remained in slavery after abolition, this book sheds new light on the broader Mediterranean and transatlantic dimensions of slavery in the Italian states.

Pubblicazione tratta dalla tesi di dottorato Essere Schiavi. Il dibattito abolizionista e le persistenze della schiavitù negli Stati Italiani preunitari (1750-1850), discussa al Dottorato interateneo in Studi storici, geografici, antropologici, in cotutela con la École Des Hautes Études En Sciences Sociales (Paris), nel luglio 2016.

23.5.18

Tutto è ritmo, tutto è swing

Camilla Poesio: Tutto è ritmo, tutto è swing. Il Jazz, il fascismo e la società italiana, Firenze, Le Monnier, 2018, ISBN 9788800748872, VIII e 184 pp.

In Europa il jazz arrivò agli inizi del Novecento, ma in Italia fece il suo ingresso negli anni Venti, proprio quando si affermava il regime di Mussolini. Prodotto di quell'America verso cui il fascismo mostrava amore e odio, il jazz sbarcò con i transatlantici di ritorno da New York, con gli emigrati, le grandi orchestre in tournée, i balli ma soprattutto la radio e il cinema. In alcune realtà si radicò grazie a ricchi turisti americani come il compositore Cole Porter che villeggiava a Venezia. Gli italiani reagirono positivamente a quella nuova musica, soprattutto i giovani, e ascoltarla significò presto assumere comportamenti diversi e utilizzare nuovi prodotti di consumo. Tutto ciò in un paese in cui la Chiesa tuonava con violenza contro quei ritmi considerati amorali e pericolosi. E soprattutto sotto un regime liberticida, quello di Mussolini, che decideva tutto della vita del cittadino, anche cosa ascoltare, dove farlo, con quali restrizioni e quali permessi. Tra proibizioni, censure e esternazioni nazionaliste e razziste da una parte, e impulsi alla modernità e tentativi di italianizzazione dall'altra, la musica americana sopravvisse e mise radici. Questo libro è una storia dell'impatto del jazz sulla società italiana, dall'instaurazione del regime fascista alla fine della seconda guerra mondiale.

Pubblicazione tratta dalla ricerca Vietato divertirsi. Il regime fascista, Venezia e la repressione del jazz, svolta nel 2013–16 all'Università Ca' Foscari in collaborazione con il Centro Tedesco di Studi Veneziani; finanziata dal Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati e dalla Fritz Thyssen Stiftung.

26.9.17

La più grossa fabbrica di Roma

Giovanni Pietrangeli: La più grossa fabbrica di Roma. Dirigenti, tecnici e operaie alla Voxson, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2017, ISBN 9788869691409, 160 pp.

Attraverso le voci di ex dipendenti, dirigenti e sindacalisti, la storia della fabbrica di radio e tv Voxson di Roma diventa un osservatorio per mettere a fuoco la parabola dell’elettronica italiana del Secondo dopoguerra. Dalla crescita del ‘miracolo economico’ fino al declino degli anni Settanta, quella dell’elettronica civile è una storia di trasformazioni produttive e manageriali, di lotte sindacali e sociali, in un conteso di innovazione tecnologica che ha influito profondamente sugli assetti e le gerarchie internazionali del mercato.


Pubblicazione tratta dalla tesi di dottorato La fabbrica e la politica: produzione e lavoro alla Voxson di Roma (1951-1980), discussa al Dottorato interateneo in Studi storici, geografici, antropologici nel gennaio 2015.

6.11.15

I mizrahim in Israele

Claudia De Martino: I mizrahim in Israele. La storia degli ebrei dei paesi islamici (1948-77), Roma, Carocci editore, 2015, ISBN 9788843078592, 216 pp.

Il volume narra la storia degli ebrei dei paesi islamici (mizrahim) dalla fondazione d’Israele al 1977, anno della prima alternanza elettorale, definita la 'rivoluzione' perché associata alla vittoria politica del 'Secondo Israele', ossia quello arabo, orientale e non-europeo. Nel ripercorrere la storia della società israeliana, spesso presentata come un blocco monolitico uniforme, e della difficile integrazione degli ebrei 'orientali' al suo interno, il testo spiega perché Israele oggi possa definirsi solo in parte un paese 'occidentale'.



Pubblicazione tratta dalla tesi di dottorato Il processo di assorbimento degli ebrei mizrahi in Israele (1848-77), discussa all'Università Ca' Foscari nel 2012.

1.5.11

Il confino fascista

Camilla Poesio: Il confino fascista. L’arma silenziosa del regime, Roma-Bari, Laterza, 2011, ISBN 9788842097259, 218 pp.

L'uso del confino segnò un passaggio importante nell'instaurazione della dittatura fascista e nella progressiva distruzione dello Stato di diritto: con il suo utilizzo vennero meno i diritti degli oppositori politici e fu degradata la loro dignità personale e quella dei loro familiari. Divenuto strumento centrale, sebbene non unico, della repressione politica, il confino risultò un provvedimento molto duro a causa delle difficili condizioni di vita cui furono sottoposti i confinati. Questi si trovavano quasi improvvisamente a essere soggetti senza garanzie poiché, secondo l'ottica fascista, si erano dimostrati cittadini non degni di quello Stato la cui sicurezza e il cui ordine erano stati da loro stessi messi in pericolo e minacciati. Per la sua procedura, più veloce e agile rispetto a quella di un processo penale ordinario, questa misura fu facilmente applicabile: per essere assegnati al confino era sufficiente un mero sospetto di pericolosità. Fondandosi sul giudizio e sull'arbitrarietà, pertanto, il confino poteva colpire tutti i potenziali oppositori, reali o presunti che fossero.

Pubblicazione tratta dalla tesi di dottorato La repressione politica nell'Italia fascista e nella Germania nazionalsocialista. Dallo scardinamento dello Stato di diritto alla nascita di sistemi concentrazionari, discussa all'Università Ca' Foscari Venezia, in cotutela con la Freie Universitaet Berlin, nel 2009.

Immaginazione senza potere

Antonio Benci: Immaginazione senza potere. Il lungo viaggio del Maggio francese in Italia, Prefazione di Marco Grispigni, Postfazione die Danielle Tartakowsky; Milano, Edizioni Punto Rosso, 2011, ISBN 978-88-8351-140-0, pp. 240

Il libro ripercorre il lungo viaggio del Maggio francese nel tempo e nello spazio, osservando come è stato recepito attraverso il quarantennio abbondante che lo separa dall’oggi e in un comprensorio geografico, politico e culturale altro come l’Italia. Ne esce un ritratto che tenta di districarsi all'interno di un momento storico in cui si accavallano le sterminate narrazioni soggettive dei partecipanti e degli osservatori, le immagini che hanno contribuito a delineare uno stile iconografico unico, le riscritture sempre solidamente appoggiate sul movimento studentesco, gli accenti spettacolari colti da una cronaca o da una diretta radiofonica. Tutto questo di riflesso in altri tempi e modi è stato tradotto, elaborato e immaginato in Italia. Lo spirito del Maggio francese ha coinvolto una generazione per cui inesorabilmente l'immaginazione è rimasta senza potere.

Pubblicazione tratta dalla tesi di laurea specialistica Il vento di Parigi. Percezione, trasposizione e memoria del maggio francese in Italia, discussa all'Università Ca' Foscari Venezia nel 2007.

Un cardellino in gabbia

Omar Favaro: Un cardellino in gabbia. Fabbrica e lavoro a Porto Marghera nei primi anni Cinquanta, prefazione di Rolf Petri, (Quaderni di storiAmestre, 8), Mestre 2008, ISBN 88-902213-7-2, pp. 100


Il breve periodo delle Conferenze di Produzione all’inizio degli anni Cinquanta dimostra la consapevolezza politica e sindacale dei lavoratori nei confronti dei metodi produttivi legati all’organizzazione dei tempi, all’incolumità e della salute. Questo libro non solo riporta uno spaccato di vita lavorativa e storia sindacale, ma racconta anche il tentativo di organizzazione, da parte degli operai delle più grandi aziende di Porto Marghera, di un  confronto e una trattativa (seppur debole) con i loro datori di lavoro, sui metodi organizzativi e sui rischi che correvano in fabbrica.


Pubblicazione tratta dalla tesi di laurea Le Conferenze di Produzione nei primi anni cinquanta a Porto Marghera: tra sindacalismo e "sapere di fabbrica", discussa all'Università Ca' Foscari Venezia nel 2007.

Perasto 1797

Massimo Tomasutti: Perasto 1797. Luogo di storia, luogo di memoria, presentazione di Rolf Petri, Padova, Il Poligrafo, 2007, ISBN 978-88-7115-554-8, pp. 145.


Al centro sta il mito storico costruito attorno alla deposizione solenne del vessillo di San Marco, avvenuta nella cittadina dalmata di Perasto il 23 agosto 1797. Con il suo carico simbolico l’evento ha costituito una “presenza” nelle diverse stagioni del discorso pubblico veneziano: un luogo mitologico che ha più volte innestato, nel tempo, significativi processi di riconoscimento e auto-riconoscimento collettivo. Perasto 1797, dunque, come sublimazione di un episodio, accaduto in determinato un luogo ed in una determinata congiuntura storica, in una verace idea-forza, in una continua costruzione ideologica e simbolica. Ma anche come un mito che, per quanto trascurato dalla storia, è sopravvissuto nel tempo alla sua contingente utilità simbolica. Perasto 1797, infatti, tuttora continua a produrre significato per alcuni soggetti che si affacciano sulla scena pubblica e che cercano, attraverso la creazione di un legame ideale con l’evento stesso, di costruire o affermare una loro identità ideologica. Il libro racconta come è stato costruito questo mito, segue la parabola storica nei suoi motivi e indaga le ragioni politiche che ne hanno dato origine.

Pubblicazione tratta dalla tesi di laurea specialistica Perasto 1797. Luogo di storia, luogo di memoria, discussa all'Università Ca' Foscari Venezia nel 2006.